ISSUE 2 – WINTER

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DIARIO DI VIAGGIO

In piena atmosfera da pensiero nomade ho concepito una nuova forma di comunicare. Scrivo quello che: penso, sento, vivo. Scrivo in un linguaggio parlato, perché è l’unico modo in cui so scrivere.

Accade di rado fare una buona conversazione. Raramente si ascolta con consapevolezza e rispetto chi parla. In una normale conversazione si interrompe sempre chi sta dando voce al suo pensiero, perché deve primeggiare l’ego di chi finge di ascoltare.

Quando si legge, invece, si è costretti ad “ascoltare” e si risponde solo dopo aver concluso la lettura.

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